storia
I prodromi ed alcuni cenni generali
Nasce nel 1872 il progetto di collegare tra loro con un tracciato ferroviario e di battelli i laghi del Lario, del Ceresio e del Verbano e Menaggio e Luino con Lugano per aprire in questo modo le prospettive di collegamento della zona con il nord Europa attraverso la ferrovia del Gottardo, sostituendo così le vetture celeri a cavallo. Su iniziativa di istituzioni sia pubbliche che private, italiane e svizzere, in modo particolare della Banca della Svizzera Italiana con sede a Lugano, iniziavano gli studi di fattibilità e i lavori di realizzazione che terminarono nell'estate del 1884. La costruzione fu affidata all’Ing. Emilio Olivieri, che nel novembre del 1884 aprì all’esercizio la Menaggio – Porlezza. La tratta presentava una lunghezza di km 12,241 ed uno scartamento di 850 mm, una misura che, per ferrovie pubbliche, non esisteva in tutto il mondo. Le pendenze andavano da un minimo del 10 per mille ad un massimo del 50 per mille. Quest’ultimo valore s’incontrava su oltre tre km dell’intero percorso. L’armamento consisteva in rotaie “Vignole” della lunghezza di nove metri e del peso di 22,6 kg al metro, poste su traverse in legno d’essenza forte, il tutto poggiando su una massicciata di ghiaia. Altra particolarità di questa ferrovia fu la soluzione adottata per superare il dislivello esistente fra le stazioni di Menaggio e Grandola: si fece ricorso ad un regresso posto a circa 900 metri oltre la stazione di Menaggio, in direzione sud. Il ricorrere ad un regresso per invertire la marcia di un treno non era, e non è tuttora, fatto molto comune in Italia ed in Europa. La proprietà, inizialmente, era della Società di Navigazione e Ferrovie pel lago di Lugano SA con sede a Lugano.
L'inaugurazione della linea
La "Gazzetta Ticinese" di Lugano, il 26 marzo 1884, pubblicava la notizia dell'arrivo in città della prima locomotiva, la n. 1 denominata "Stefano Franscini", che veniva esposta ai cittadini nei pressi della riva del lago e quindi trasportata a Porlezza. La Direzione dei lavori prevedeva l'inizio dell'esercizio della ferrovia per il 1° luglio, poi rinviato a data da destinarsi per il ritardo sulle consegne delle ultime due locomotive, le quali venivano trasportate a Porlezza solo a metà del mese di agosto. Altra causa del ritardo fu la chiusura, a tempo indeterminato, dei passi di frontiera fra il territorio italiano e quello svizzero, disposta dal Ministero dell'Interno, per evitare la diffusione del colera, che aveva già causato vittime nel territorio comasco. Dal 24 agosto si iniziavano le prove di funzionalità della linea e mercoledì 8 ottobre 1884 veniva inaugurata la ferrovia. I principali azionisti della Soc. Nav. e Ferr. per il Lago di Lugano, le varie personalità ed i giornalisti accreditati, accompagnati dall'Ing. Clemente Maraini, infaticabile animatore della ferrovia, partivano da Lugano alle ore 10:30 in piroscafo, sbarcavano a Porlezza, visitavano la Stazione poi salivano su un treno appositamente predisposto con tre fiammanti carrozze e partivano per Menaggio. Dopo 35 minuti di viaggio, senza soste, giungevano a destinazione. Dopo una colazione all'Hotel Menaggio, alle ore 15 il treno ripartiva e riportava la comitiva a Porlezza da dove proseguiva alla volta di Lugano con il piroscafo. Il costo di costruzione, a quel tempo, compreso l'armamento della ferrovia ammontava a Fr. 1.108.901,71 equivalenti a Lire 1.200.000; circa 100.000 lire al km.
L'apertura della Ferrovia
La ferrovia entrava in servizio pubblico mercoledì 5 novembre 1884 con uso di locomotive a vapore, su un percorso della lunghezza di circa 12 km (12,241 km per la precisione); scartamento m. 0,85. L'orario in vigore dal 26 febbraio 1885 indicava due corse, andata e ritorno, al giorno, come riportato:
partenza da Porlezza ore 07:40 - arrivo a Menaggio ore 08:38; partenza da Menaggio ore 11:00 - arrivo a Porlezza ore 11:58 (corse del mattino);
partenza da Porlezza ore 13:25 - arrivo a Menaggio ore 14:33; partenza da Menaggio (per l'ultimo viaggio della giornata) alle ore 14:50 con arrivo a Porlezza alle ore 15:48 (corse del pomeriggio); tempo di percorrenza, per ogni viaggio, 58 minuti. Successivamente le corse passarono a quattro, poi a sei, sempre andata e ritorno, con una riduzione del tempo di percorrenza di otto minuti e con l'osservanza delle seguenti periodicità:
Menaggio partenze: ore 06:00 - 09:10 - 11:20 - 13:10 - 17:00 - 19:35
Porlezza arrivi: ore 06:50 - 10:00 - 12:10 - 16:00 - 17:50 - 20:25
Porlezza partenze: ore 07:10 - 10:10 - 11:40 - 15:00 - 17:20 - 19:55
Menaggio arrivi: ore 08:00 - 11:00 - 12:30 - 15:50 - 18:10 - 20:45
L'organico della Ferrovia ed una curiosità del primo mese di servizio
L'organico del personale addetto alla ferrovia oscillava fra i 40 e i 45 uomini. Il 4 dicembre 1884, a 30 giorni dall'inizio del servizio regolare, la locomotiva del convoglio, partito alle 14:50 da Menaggio, usciva dai binari e si fermava sulla sinistra nella massicciata, verso il monte, evitando di precipitare a valle a pochi metri dalla galleria. Enorme spavento tra i viaggiatori che comunque non subivano danni. Con un lavoro durato circa 3 ore, grazie alla solerzia del personale della Società Ferroviaria, la strada ferrata veniva rimessa in perfetta efficienza.
Le Stazioni Capolinea
Menaggio
A Menaggio la sede ferroviaria non aveva spazio, correva stretta fra la Strada Regina ed il muro di sostegno del giardino dell'Asilo degli Olivi, per circa 150 metri in piano. Il binario di linea terminava con una piattaforma girevole per la manovra delle locomotive. Dalla stessa piattaforma girevole partivano altri due binari, l'estremo a monte finiva tronco nella rimessa, il mediano si prolungava fino a raggiungere il fianco esterno della rimessa. Un modesto fabbricato chiamato casello n° 1 sorgeva, verso il monte, di fronte alla piattaforma. Il piazzale si sviluppava ad una quota superiore, media, di m. 1,60 sul piano rotabile della Strada Statale (allora provinciale) Regina, nel punto in cui una gradinata costruita in vano rientrante, di 10 scalini, immetteva sulla banchina della stazione. Un parapetto in ferro, per una lunghezza di circa 80 metri, difendeva il viaggiatore dal cadere dalla banchina sulla via sottostante. Fra il primo ed il secondo binario, verso sud, sorgeva un piccolo piano caricatore per permettere il carico sui vagoni delle merci pesanti ed un raccordo con lieve pendenza lo univa alla Strada Regina. I locali del Capo Stazione, la biglietteria con la sala d'aspetto, l'ufficio spedizione merci, trovavano sede, fino alla fine del 1903, in Via Tommaso Grossi, in un piccolo fabbricato dell'Albergo Menaggio. Il nuovo fabbricato della Stazione, eretto fra la riva del lago e la via Regina, si presentava a forma di V maiuscola a due piani ed un seminterrato. Il vertice, smussato, verso la ferrovia, con un'ampia apertura permetteva l'accesso, al Piano Terreno, alla biglietteria ed al deposito bagagli. Al piano superiore, al quale si accedeva con una scala sulla destra del fabbricato, trovava spazio l'alloggio del Capo Stazione. Il buffet della stazione era all'estremità del fabbricato verso il lago. Nel 1911 a Menaggio, con una media giornaliera di 37 passaggi di piroscafi ai due imbarcaderi, quello centrale e quello della ferrovia, sbarcavano e si imbarcavano sui natanti oltre 234.000 passeggeri, di questi, un numero rilevante proveniva dalla ferrovia o si avviava all'uso della stessa. Oltre ai viaggiatori, turisti e pendolari, con carri del tipo "pianale a sponde basse", la ferrovia trasportava legna da ardere e fascine per fornai, provenienti dai boschi della Val Menaggio, per essere trasferiti a Como sulle "Gondole" o sui "Comballi".
sopra: mappa della Stazione di Menaggio
Porlezza
Sull'area occupata dalla stazione di Porlezza sorgevano quattro fabbricati così distinti: il primo, per viaggiatori, con biglietteria, sala d'attesa, ufficio del Capo Stazione con il telegrafo, locale per la spedizione ed il ritiro dei bagagli, locali del ristorante e, nel lato opposto, il locale per la dogana. Sulla facciata, al centro e ad un metro d'altezza dal piano del marciapiedi, una piccola lastra in marmo bianco segnava con una linea orizzontale al quota di m. 275,50 sul mare e, fra il piano terra ed il primo piano, la scritta "Stazione di Porlezza". Al piano superiore l'alloggio per il dirigente principale. Il fabbricato, in totale, contava 18 vani. Con il passare degli anni veniva aggiunta al fabbricato principale una tettoia metallica a pensile. Il secondo, per ricovero locomotive, servizi igienici per donne e uomini. Il terzo, distanziato dai due precedenti, accoglieva l'officina delle riparazioni del materiale rotabile ed il locale degli attrezzi per il controllo e la manutenzione della linea. Il quarto, sulla riva del lago, quale deposito per il carbone, i lubrificanti ed il materiale di pulizia (strazze) ed all'esterno una colonna idrica per il rifornimento dell'acqua alle locomotive. Di fronte al FV i tre binari di sosta convergevano verso la piattaforma di giratura delle locomotive, superata la quale, c'era un binario tronco che terminava proprio in riva al lago. L'area della stazione, sia verso il lago, sia verso la strada comunale che veniva oltrepassata prima dell'ingresso alla Stazione stessa, era chiusa da una cancellata per parte. Fra il pontile ed il cancello a lago vi era un'area pubblica denominata successivamente "Piazza XX Settembre". Per le esigenze dei viaggiatori provenienti da Lugano con i piroscafi e diretti al Lago di Como, veniva costruito un apposito imbarcadero prospiciente la stazione ferroviaria. Il complesso ferroviario di Porlezza occupava un'area di circa 8090 mq.; sulla sinistra, a pochi metri, alle spalle dei fabbricati, il torrente Rezzo.
sopra: mappa della Stazione di Porlezza
Le altre Stazioni
Cardano di Grandola ed Uniti
La stazione era collocata poche centinaia di metri dopo la galleria di Croce: aveva un impianto d'incrocio ed un binario tronco. Il fabbricato viaggiatori era a destra rispetto ai binari (provenendo da Menaggio) e "dava le spalle" all'abitato di Cardano, fra la strada comunale, detta dei Re Magi, e la strada per Menaggio (attuale SS. Regina).
Bene Lario - Grona
Due km dopo Cardano si arrivava alla fermata di Bene - Grona; da qui, per la precisione in località Formighera, la ferrovia iniziava la discesa in direzione di Porlezza.
Piano di Porlezza
Al km 7 (da Menaggio), in prossimità del Lago del Piano, era collocata la stazione di Piano di Porlezza, oggi frazione di Carlazzo ma fino al 1928 comune autonomo. Il Piano era il punto d'interscambio per le merci provenienti (o dirette) dalla sovrastante Val Cavargna. Sui muri laterali della fermata erano collocati grossi anelli di ferro a cui legare i muli da basto; uno scivolo facilitava il rapido trasferimento delle merci verso i binari.
San Pietro Sovera
Due km circa dopo Piano di Porlezza si trovava la fermata di San Pietro Sovera, oggi frazione di Carlazzo.
Tavordo di Porlezza
Superato il ponte sul fiume Cuccio, all'incirca a metà strada tra la precedente fermata di San Pietro Sovera e la stazione terminale di Porlezza, si trovava la fermata di Tavordo. Quest'ultima, posta di fronte all'ex Collegio Arcivescovile Sant'Ambrogio, fu istituita in un secondo momento, come si può facilmente intuire leggendo gli orari del 1884 e 1885. Il fabbricato di Tavordo è l'unico rimasto praticamente intatto a tutt'oggi. Infatti è ancora possibile leggere sul fronte dell'edificio la scritta "Ferrovia Menaggio - Porlezza" che caratterizzava ogni stabile della linea. Ecco infatti, qui sotto, una foto scattata ai giorni nostri.
sopra: l'edificio della stazione di Tavordo di Porlezza ai giorni nostri